Giorgio Croce "Il Rally del Friuli attrae tutto il mondo"

Due chiacchiere con l'organizzatore della sesta prova del Campionato Italiano Rally, una delle gare più amate a livello internazionale.

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"Sono entusiasta dell'esito dell'edizione di quest'anno, del numero di iscritti e del podio che ha prodotto, ma adesso bisogna concentrarsi sulla prossima stagione”. Questo il primo commento a caldo di Giorgio Croce, Organizzatore del Rally Friuli Venezia Giulia e dell'Alpi Historic che ricopre varie cariche quali quella di Presidente Commissione Sportiva ACI, Rappresentante Italia Federazione Internazionale Automobile, e Organizzatore della gara in salita Verzegnis - Sella Chianzutan.
"Il Rally Friuli Venezia Giulia edizione 2015 è stata una gara bellissima. Una formula che ha visto le vetture moderne con le storiche del Campionato Europeo ancora una volta insieme e che continua a funzionare sempre perfettamente. Abbiamo un eco internazionale davvero notevole con 19 nazioni presenti. E questo si deve anche alla presenza delle splendide vetture storiche. Ma non solo. Il pubblico non viene solo per polenta e frico, ma perché questa manifestazione sportiva attrae tutto il mondo.”

A fronte di questo impegno incredibile, ovvero organizzare il Rally del Friuli, il gioco vale ancora la candela?
"Fare l'organizzatore, sia che si tratti di rally sia che sia salita, si fa perché ami lo sport e il territorio. Il plauso più bello dopo trent'anni è che ci si è resi conto da queste parti a livello politico che il Rally del Friuli non si tocca, perché una fonte di guadagno che crea un indotto economico importante. Negli anni è sempre più difficile organizzare la manifestazione in assenza di sponsor e soldi, ma andiamo avanti con un ottimo team che ha grande passione per questo sport. La passione è la molla che ci porta ogni anno a fare questa gara”

La Scuderia Friuli Acu oltre all'organizzazione dell'evento sportivo in sé per sé, si interessa sempre molto a presentare altre manifestazioni legate al rally ma tenendo conto di temi importanti come la solidarietà e soprattutto al territorio. Sarà così anche per il prossimo anno?
" Assolutamente sì. Mi preme sottolineare che anche quest'anno il Rally del Friuli/Alpi Orientali non si fermerà ad organizzare l'evento sportivo in quanto gara, ma vuole portare avanti iniziative che a partire dall'automobilismo portino alla solidarietà.
Nel 2016, il prossimo anno saranno 40 anni dal terribile terremoto in Friuli 1976. Un avvenimento che ha segnato e provocato numerosi morti in questa zona. Ho pensato che l'automobilismo non debba rimanere estraneo, rispetto a questa commemorazione e abbiamo già fatto i primi passi sotto il punto di vista politico per proporre una tappa o addirittura forse una partenza proprio nelle zone toccate dal terremoto, come Gemona e Artegna. Un'idea che piace ai sindaci. Quelle zone hanno un debito nei confronti del motorsport perché Autosprint organizzò la corsa per il Friuli nel '76 dove erano tutti i più grandi nomi dell'automobilismo di quegli anni, come Lauda a Munari. E con i soldi ottenuti da quella corsa fu costruita una scuola a Lusevera nel comune di Udine che porta il nome di Graham Hill. L'intenzione è quella di seguire le orme di quella corsa con il rally moderno, ripeto proprio con una tappa o la partenza in quelle zone.”

Progetti per il futuro…E' già pronto il percorso della gara?
"Le prove speciali saranno quelle di quest'anno nel Cividalese che sono molto belle molto impegnative e hanno ottenuto il consenso sia da parte degli equipaggi sia dagli appassionati. Forse nella zona del gemonese potremmo trovare un paio di prove speciali, ma sono molto difficili. Per quanto riguarda l'arrivo del rally, la gara tornerà poi con molta probabilità a Cividale del Friuli, cuore pulsante della gara, con parco assistenza, direzione e ufficio stampa.Comunque dovremo adeguarci. Quest'anno la nostra gara si articolava su un percorso molto più compatto, mentre con questo nuovo format 2016, dovremo stravolgere un po' il programma.”

Un parere sull'attribuzione di Campionato Italiano alle R1.
"Le vetture R1 portano marchi e piloti giovani. Quindi avendo acquisito l'etichetta di Campionato Italiano, non dubito che anche quest'anno avrà un numero considerevole di iscritti. I giovani sono la chiave di tutto.”

Quali sono le speranze di Giorgio Croce per la 52esima edizione del Friuli Venezia Giulia?
"Voglia di riuscire. Fare una bella gara. Ma anche ricordare agli italiani anche l'automobilismo è memoria, solidarietà e progresso. Le mie speranze risiedono tutte nelle nuove leve, i giovani che come ho già detto, sono la chiave di tutto.”