Andrea Dalmazzini: obbiettivo centrato!

Il recente Rally della Val d'Orcia ha consegnato il titolo assoluto nel neonato Campionato Italiano Rally Terra. A conquistarlo ci ha pensato Andrea Dalmazzini e proprio con il modenese abbiamo scambiato quattro chiacchiere.
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Il  Campionato Italiano Rally Terra ha di fatto spento i riflettori su una stagione davvero bella ed entusiasmante. Sarà stata una casualità, sarà stata la nuova azzeccatissima titolazione , con la promozione a titolo italiano, o magari la voglia di terra o tutte queste componenti messe insieme, fatto sta che il successo è arrivato, pressoché riscontrato all'unanimità o quasi, da parte di piloti, navigatori ed in generale addetti ai lavori. Dunque la rincorsa al titolo, iniziata in aprile nel Liburna Terra, ha portato la carovana del tricolore terra al responso finale e definitivo, incoronando Campione  Italiano Rally Terra, Andrea Dalmazzini, proprio nell'ultimo appuntamento, ancora in terra toscana, ma questa volta dalle parti di Radicofani, con il Rally della Val d'Orcia.  E dire che la stagione del modenese non era partita in maniera esaltante: una partenza a fari spenti dettata da qualche inconveniente meccanico, oltre che  da un feeling non scattato perentoriamente. Stagione che però riprendeva alla grande nel successivo appuntamento del Rally dell'Adriatico dove Dalmazzini  centrava un quinto posto assoluto, ma soprattutto secondo di campionato. Così il portacolori dell'X Race Sport non si fermava più, andando a centrare un importante obbiettivo. Certamente per il modenese la chiave vincente è stata la regolarità, oltre alla velocità. Non a caso Andrea Dalmazzini, in coppia con Giacomo Ciucci (va ricordato che alla sua destra per una gara hanno dettato le note anche Lara Giusti e Andrea Albertini), è l'unico pilota, in assoluto, a non aver fatto mai registrare un ritiro. In tutti gli appuntamenti del campionato ha sempre portato a casa qualche punto, con in particolare un terzo posto, due secondi posti e la vittoria ottenuta al Rally Nido dell'Aquila. Dunque arma vincente e letale, certo la velocità, ma soprattutto la grande regolarità che alla fine è risultata determinante. Allora il giovane di Pavullo nel Frignano,  non dimentichiamo che ha 24 anni, anche se già da molto calca i fondi sterrati, ha confermato le sue eccellenti doti, del resto già messe in mostra nel 2014, anno che gli valse il suo primo titolo italiano, quello del tricolore Cross Country, a soli 21 anni, il più giovane nella storia del campionato. Giovane ma già affezionato ai titoli italiani, visto che ora ne ha incassato un altro. Interessante allora raccogliere le sue impressioni a caldo dopo un bellissimo successo:

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Andrea, naturalmente una stagione da incorniciare. Davvero una splendida esibizione per tutta la stagione, dunque a caldo o quasi, il tuo pensiero.

Si, una bellissima stagione proprio da incorniciare. Ci siamo divertiti e devo dire che è stato tutto un grande gioco di squadra: da GB Motors  al Team X Race Sport, a Giacomo (Ciucci il navigatore) che mi ha aiutato tanto; ho fatto anche due diverse gare con Andrea Albertini e Lara Giusti perché Giacomo non poteva navigare in due gare. Insomma è stato davvero un bellissimo gioco di squadra, con Giacomo, il team e Pirelli che è stata fondamentale per le gomme e che ci ha sempre seguito per tutta la stagione e per questo gli rendiamo un grande grazie. Poi magari l'emozione mi fa dimenticare qualcosa, però è stato semplicemente bellissimo in una stagione che ci ha visti vittoriosi, con anche tanti importanti piazzamenti e in Val d'Orcia mi bastava una posizione,  sesto,  per avere dalla mia anche la matematica e così è stato. 

Lo hai accennato. Hai dimostrato tanta velocità ma anche tanta continuità, segno di maturità, nonostante l'età.

Si, sono stato molto contento di questo, cioè di aver saputo gestire non solo alcune gare, ma tutto il campionato. Quindi questo mi ha fatto piacere perché oltre alla velocità ci sono tante cose, come la macchina, o  il feeling con il navigatore. C'è proprio la maturità nel gestire una situazione in generale che mi è piaciuta molto, nonostante la velocità che in questo sport la fa da padrone.

Quando hai iniziato ad avere la percezione di poter puntare al risultato finale, al bersaglio grosso; quando almeno in percentuale, hai avuto questa sensazione?

Beh, credevo di avere buone probabilità, ho iniziato ad avere qualche reale convinzione, dopo il Rally in Costa Smeralda. Lì siamo passati in vantaggio di otto punti  e conti alla mano sapevo di poter arrivare anche sesto nell'ultima gara, allora ho detto: proviamo ad amministrare la gara e se va tutto bene dovremmo farcela;  è andata così, quindi era stato un buon auspicio ed abbiamo raggiunto  l'obbiettivo.

Il Campionato Italiano Cross Country lo hai vinto giovanissimo a 21 anni, ed è stato un bel successo; poi arrivi nel tricolore terra, prendi le misure, lo vinci e porti a casa un altro titolo tricolore. In questa tua scalata, ora vuoi puntare anche il Campionato Italiano Rally o fedele alla terra, vorrai difendere il fresco titolo?   

Sono sempre stato fedele alla terra e dunque non lo so se potrò passare all'asfalto. Del resto sono molto contento che il Trofeo Terra in questa edizione è passato a Campionato Italiano, quindi aver vinto questa prima edizione ha dato un valore aggiunto. Vedremo per l'anno prossimo, del resto è  un po' presto e non ho ancora fatto programmi, mi sono fino all'ultimo super concentrato su questa stagione e nei prossimi giorni inizieremo a pensare alla prossima stagione.

Hai più volte ricordato il CIRT e l'impresa che hai raggiunto, spesso sottolineando il valore aggiunto rappresentato dalla qualità dei tuoi avversari che in qualche maniera hanno valorizzato la tua vittoria.

Si, infatti ci pensavo proprio nell'ultimo trasferimento al Rally della Val d'Orcia. Abbiamo vinto in una stagione dove gli avversari erano molto forti. Non solo molto forti ma tanti ad esserlo. Secondo me eravamo in dieci piloti,  tutti  che potevano concorrere alla vittoria finale. Una cosa che non succede in molti campionati, dunque ancora più contenti per aver centrato la vittoria finale. Si, è tutta una contentezza...

Certo al centro dell'attenzione c'è la terra che è per te bagaglio indispensabile per la partenza di ogni tua avventura. Insomma ami correre su questo fondo e su questo fondo hai raggiunto due importanti titoli italiani e guarda caso il mondiale rally si corre prevalentemente sulla terra.

Si, infatti mi hanno sempre detto che il rally è terra. Io sono nato con i fuoristrada, con il cross country, e ancora più piccolo, con le moto da Enduro, poi con i Quad  e quindi ho sempre avuto questo feeling con i fondi sterrati. Proprio per questo credo che rimarrò fedele a questi fondi. Certo il sogno nel mondiale è sempre molto bello. Avevo già debuttato con la Peugeot 208 R2 , come Rally Italia Talent, e mi era piaciuto molto. Gare tanto impegnative e comunque gare molto, molto belle per un insieme di cose, con quel grande pubblico presente. Si, un sogno, ma non si può mai dire, non si sa mai un domani, visto che lì di terra ce ne è davvero tanta...

Certamente al giovane modenese non manca la passione ed i numeri, che peraltro ha già sfoderato. Naturalmente il palcoscenico mondiale fa sognare ad occhi aperti, ma probabilmente per il due volte campione italiano si riapriranno le ostilità in un tricolore terra magari ancora più ricco di qualità. Una speranza, ma anche indubbiamente una possibilità. Non erano pochi infatti piloti e addetti ai lavori che già in Val d'Orcia pensavano a voce alta, in riferimento alla stagione 2018. Insomma una sana dose di ottimismo non guasta e se non sarà mondiale, magari sarà un "mundialito"...