Attenti a quei due: Piero e Edoardo Necchi

Si ricompone l'equipaggio che ha debuttato al Mugello, nell'ultimo round del 2019: padre e figlio da corsa al via su un'Audi RS3 LMS DSG del team Tecniengines
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Piero e Edoardo Necchi sono padre e figlio ‘da corsa’, uniti da una straordinaria passione per il motorsport. Tanto che alla fine della scorsa stagione hanno deciso di condividere l’abitacolo di una vettura da competizione: un’Audi RS3 LMS DSG del team Tecniengines, che li ha visti schierati al via nell’ultimo round del tricolore TCR, al Mugello.

Un ‘esperimento’ che è piaciuto a entrambi: e i due sono decisi a ripeterlo per tutta la stagione 2020.

Piero Necchi è stato tre volte campione italiano di kart, e altrettante volte campione europeo. Ha corso da professionista fino all’età di trent’anni, poi ha ripreso dopo un lungo stop, rientrando proprio nei campionati turismo e conquistando un titolo italiano. Si è cimentato molto anche nel GT, e adesso si prepara a debuttare nella stagione 2020 del TCR Italy (leggi qui), ma anche sperimentare il nuovo campionato italiano TCR DSG Endurance in equipaggio con il figlio Edoardo, che studia ingegneria all’Università di Torino e che come esperienza di gare fino allo scorso anno aveva all’attivo solo la 24 Ore di Adria del 2018.

Quali sono gli obiettivi?

Piero Necchi: “Innanzitutto cercare di fare bene, poi se verrà qualche risultato sarà tanto di guadagnato. Edoardo deve ancora farsi un po’ di esperienza su questa macchina. Dobbiamo iniziare a fare le gare e vedere come ci comportiamo in mezzo a tutti gli altri. Il campionato lo scorso anno è stato molto competitivo, con tanti giovani veloci, e quest’anno forse ci sarà in più anche qualcuno dall’estero… Ma i risultati arrivano quando fai le cose bene”.

Edoardo Necchi: “Voglio fare tanta esperienza a fianco di papà, e voglio imparare dagli errori che ho commesso. Il sogno è quello di fare risultati interessanti o, perché no?, vincere…”

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Edoardo, come ti sei allenato nella lunga pausa invernale?

Edoardo Necchi: “Con gli attrezzi a casa, e poi anche al simulatore, perché non conosco i circuiti ‘importanti’: ho girato solo a Cremona, al Tazio Nuvolari e al Mugello, e in quest’ultimo purtroppo ho girato poco”, spiega Edoardo, facendo riferimento all’uscita di pista che ha posto prematuramente fine alla loro gara. “Avrei preferito girare in pista ma ora lasciamo passare marzo. Ad aprile, Coronavirus permettendo, ci metteremo di nuovo in moto”.

I test che avete fatto finora come sono andati?

Edoardo Necchi: “Abbiamo fatto solo qualche giornata a Cremona prima di questa situazione di crisi ma sto prendendo sempre più il feeling. Il gap con papà si sta riducendo molto. Il difficile ora è togliere gli ultimi decimi, ma adesso riesco a sentire la macchina, come se fosse cucita addosso a me. Ho pià controllo e non mi faccio più trasportare ma sono io a gestire le varie situazioni”.

Piero Necchi: "La preparazione fisica Edoardo la sta facendo, e può tenere sicuramente il suo stint senza problemi. Deve girare di più in pista, con la telemetria che ti aiuta a capire dove stai migliorando, e con le riprese tv, che ti fanno vedere dove metti le ruote. Sono convinto che girando possa arrivare ad un livello interessante”.

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Edoardo, com’è il papà nei panni di coach?

Edoardo Necchi: “Mi dà molti consigli. Pensavo che il rapporto fosse più conflittuale, in realtà andiamo molto d’accordo. Studiamo insieme i dati con gli ingegneri, lui guarda il mio camera car, confrontiamo le traiettorie....”

Piero, facendo un bilancio del vostro debutto lo scorso anno al Mugello, come lo valuti?

Piero Necchi: “Non è andato male: Edoardo ha fatto le prove libere, io poi le qualifiche. La macchina era ancora da sistemare, ma eravamo a 1 secondo dal più veloce. In gara purtroppo non c’è stata l’occasione per dimostrare che eravamo ad un livello più interessante delle qualifiche, ma quest’anno cercheremo di essere lì a dire la nostra”.