Terminata la prima giornata dell'Italian Baja

La prima gara del Tricolore fuoristrada ACI s’avvia verso la conclusione. L’equipaggio della Suzuki Grand Vitara 3.6 Codecà e Pajer è al comando della classifica dopo sette settori selettivi. I brasiliani Varela e Guglielmin, a bordo dell’Overdrive, primi della classifica assoluta FIA. Lolli e Forti, Grand Vitara 1.9DDiS sono in testa al Gruppo T2 ed alla gara del Suzuki Challenge. Cau e Fiorini guidano la graduatoria del Gruppo TH nazionale, a bordo del Mitsubishi Pajero 3500.

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16/03/2013 - A qualche decine di ore dal termine della ventesima edizione dell’Italian Baja, la bandiera a scacchi calerà domani alle 17, non v’è alcuna posizione già assegnata al vertice della classifica generale. Se non la terza piazza assoluta dell’immarcescibile Schlesser ed il suo spettacolare buggy. I trentatre secondi che separano Varela da Holowczyc, sulla Mini All4 Racing, sono un esiguo diaframma che non può dare sicurezza di vittoria al brasiliano, ma neppure grosse speranze al polacco di portar a compimento l’attacco alla prima piazza. Soprattutto in una gara così incerta e scintillante come la Baja pordenonese. Zeppa di colpi di scena, quanto zuppa d’acqua, la maratona dell’Automobile Club di Pordenone e del Fuoristrada Club 4x4 di Mauro Tavella ha oggi vissuto ben quattro capovolgimenti di fronte che hanno alternativamente dato la leadership dapprima a Holowczyc, quindi due volte a Gadasin su G Force ed infine a Varela dopo che il russo è stato fortemente rallentato dalla rottura di un freno.
E quando restano ancora quattro tratti cronometrati da affrontare prima del traguardo, centotrenta chilometri e qualche metro di pietraie e veloci sterrati che mettono alla prova la meccanica dei fuoristrada in gara, anche Lorenzo Codecà attende la bandiera a scacchi, quella che potrebbe riportare la Suzuki alla vittoria nella gara valida per il Tricolore e permetterle di piazzarsi entro la prestigiosissima top ten. Il penta campione milanese ha duellato a lungo ed in modo serrato con Riccardo Colombo, campione lombardo anch’egli ma a bordo di un Mitsubishi L200 che ha patito la rottura del motore quando sembrava lanciato ad una rimonta vincente e che avrebbe potuto fargli assaporare la gioia di un piazzamento tra i migliori specialisti al mondo. Al secondo posto della classifica del cross country italiano è così salito un regolare Franco Grigoletto, che con il Toyota Hilux ha potuto agevolmente controllare l’astigiano Luca Cantamessa, terzo ma più volte rallentato da piccole defaillance tecniche del suo Mitsubishi Pajero Evo.
Uno che non si tira mai indietro nella sfida è l’emiliano Andrea Lolli, rapido al punto d’essere quarto dell’italiano ed al terzo posto della classifica assoluta del Gruppo T2, dietro a De Moraes su Mitsubishi Pajero Ralliart leader del Produzione davanti a Foj con la Toyota Land Cruiser. Il modenese è primo classificato del T2 italiano e del Suzuki Challenge, nonostante la rottura della turbina nel finale di tappa, nonchè in lotta ravvicinata con l’elbano Alberto Spinetti, impegnato a ribattergli ogni colpo.
I Salvi sono ben piazzati al quinto posto tricolore assoluto, seguiti da Elvis Borsoi bravo a destreggiarsi tra i problemi causati da una pietra incastrata nella sospensione anteriore ed una foratura ad una ruota del Mitsubishi Pajero 3.2 schierato da Ralliart Italia. Sono in gara, ma leggermente più staccati sono il veneto Antonio Manfrinato, Paolo Mora ed il giovane esordiente Giacomo Trebbi con il Nissan Patrol.
La sfortuna della rottura dell’idroguida, ha segnato l’esordio di Claudio Petrucci con il Great Wall, la rottura di un mozzo del particolare buggy ha stoppato Andrea Toro come un guado mal affrontato ha messo in crisi il propulsore del Dust Devil dell’italo-argentino Paolo Biglieri. La frizione e la rottura del radiatore del Suzuki Grand Vitara 1.9 DDiS hanno rallentato Massimo Mancusi, un guado affrontato ad alta velocità causa la rottura di un particolare della trasmissione del Suzuki di Armando Accadia. Anche Paolo Cau non è indenne dalla defaillance dell’impianto elettrico del Mitsubishi Pajero Evo che lo costringe a percorrere gli ultimi chilometri della prova conclusiva, anche se gli riesce di concludere al comando del Gruppo TH dopo il quasi ritiro dell’iniziale leader Luca Giomini, stoppato dalla rottura del cambio del suo Mitsubishi Pajero 3500.
I fratelli Emanuele sono terzi del monomarca Suzuki, davanti all’esordiente Dalmazzini e Facile.
Il novarese Diego Salerno con il Polaris Razor conduce il Gruppo T3 oramai in solitaria, dopo il ritiro del torinese Claudio Marengo.