Alex Bruschetta: eterna passione

La terra sicuramente, ma anche l'asfalto. Si, insomma basta che sono rally. Abbiamo incontrato il veneto, da tanti anni nel mondo dei rally, sempre pronto a ripartire per qualche nuova avventura. L'importante che ci siano prove speciali...
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Alex Bruschetta, si, eterna passione, perché quando parli con piloti dalla lunghissima esperienza come il veneto, vedi sempre nello sguardo e nei comportamenti,  tanta passione e voglia di continuare. Perché comunque è importante pensare alla prossima stagione, mettere in piedi un programma, con attenzione, neanche fosse il primo della carriera di un giovane aspirante pilota. Allora, fra una gara e l'altra, del Campionato Italiano Rally Terra, abbiamo scambiato due chiacchiere, in un momento di tranquillità, fuori dalla frenesia della gara. Giusto il modo per capire meglio il pilota, ma anche la persona...

Alex , praticamente qualche giorno ancora e accendi la candelina dei tuoi primi 45 anni, più o meno 40 dei quali passati fra prove speciali ed auto da rally... 

Beh si, perché fin da piccolo è stata la mia passione. I primi venti anni i rally li ho solo visti. Andavo a vedere gli amici come Miki Biasion, Alex Fiorio e molti altri, poi finalmente intorno ai 22 anni riuscii a fare il mio primo rally, ricordo ancora, il Rally di Montebelluna, e da lì in poi, tutti gli anni, con alti e bassi, ho sempre corso, quindi sono oltre 20 anni di attività.

Nato appunto a Montebelluna, una sorta di tempio dei rally, ma anche tanto asfalto: Marca Trevigiana, sconfinando dal Veneto, San Martino di Castrozza. Per te invece tanta terra. Perché?

A dir la verità l'inizio della mia carriera è stato tutto sull'asfalto, quindi i primi anni, fino all'ufficialità con la Renault, ho corso su questo fondo, dopodiché cominciavano i campionati misti, ho iniziato a correre sulla terra e me ne sono innamorato;  mi ricordo avevo come direttore sportivo Fiorio e facendo dei test sulla terra mi disse..."guarda che vai molto meglio sulla terra che non sull'asfalto, nonostante vai bene sull'asfalto...", quindi questo amore è continuato: insomma, preferisco la terra, ma certo non disdegno l'asfalto. 

Tanti anni, tanti successi e quest'anno, in un tricolore terra di alta qualità, hai catturato in anticipo il titolo  gr. N, oltre all'importante Trofeo Yokohama...

Si, in effetti ho scelto il campionato terra anche perché c'era questa opportunità, grazie al Trofeo Yokohama. E devo dirti la verità, sono stato contento di questa scelta, perché oltre a me, il "vecchiotto" di turno, c'erano giovani tipo Codato, Novak ed altri, che si sono lanciati in questa avventura e questo è un bene, anche se alla fine erano un po' pochi. I giovani dovrebbero pensare che queste macchine usate, sono molto propedeutiche e con pochi costi ci si può divertire, senza contare che con il Trofeo Yokohama una mano ce l'hai, quindi è una strada che dovrebbero prendere di più. Comunque per me è andato tutto bene, dunque sono contento così.

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C'è stato ad un certo punto il sogno di accarezzare un volante da professionista? Cioè farlo a tempo pieno?

Mah, in quegli anni lì, professionista al 100 % non ci sono mai arrivato, anche se sfiorai moltissimo il professionismo a tempo pieno,  perché in quel periodo fra Renault , Mitsubishi e Subaru, in pratica lo facevo comunque a tempo pieno, fra gare, ricognitore e poi fuori dalle gare l'istruttore di guida. Si, insomma per 7-8 anni l'ho quasi fatti da professionista. Poi, sai, ci sono tante cose  che contano...ma alla fine sono soddisfatto così;  se tornassi indietro probabilmente non cambierei niente. Mi sto, ci stiamo ancora divertendo e comunque vincendo qualcosa; certamente non ho rimpianti.

Tante esperienze che hai fatto come istruttore e talent scout. Il mondo dei rally, ancora oggi, è circondato da tanto entusiasmo e tanti giovani che sognano il debutto in un rally: è così?

 E' così, si, perché vediamo che noi alla scuola, ma anche quando ero alla scuola federale, c'era e c'è sempre un seguito, sempre una richiesta. A questi ragazzi piace e c'è sempre tanta passione. Se tu ci fai caso, ancora adesso,  nonostante le difficoltà, nonostante tutto, a vedere i rally c'è sempre un sacco di gente , poi se c'è qualche prova spettacolo vicino casa la gente aumenta, quindi il seguito è ancora tantissimo e l'amore per questo sport è molto alto da parte di moltissimi giovani che ancora hanno la voglia di provarci, nonostante adesso sia molto più difficile.

A proposito di giovani, anzi di ragazzi 16enni: Rovanpera nel Cir e Bulacia nel Terra...

Ma infatti il futuro dovrebbe essere questo. Bisognerebbe trovare la formula giusta per far correre questi ragazzi, magari spendendo meno soldi. Lo so, è difficile, però la strada dovrebbe essere questa. Io vedo uno come Simone Tempestini, a cui il primo corso l'ho fatto che aveva 16 anni e non aveva nemmeno la patente. Poi il secondo a 18 anni e il terzo a 20 anni ed infatti sta facendo dei risultati, sta facendo delle belle gare. Poter partire a 16 anni sarebbe l'ideale e probabilmente avremmo qualche giovane pilota italiano in più, impegnato in  Finlandia o qualche  campionato internazionale.

Chiudiamo con il futuro sportivo di Alex Bruschetta. Ancora ti vedi casco e guanti indossati, oppure il tuo futuro lo vedi a scoprire giovani talenti?

Beh, io sono sempre lì a pensare cosa farò l'anno prossimo, perché fino adesso è sempre stato così e continuo ancora a pensarla in questo modo. Poi in fondo basta vedere Paolo (Andreucci) che ha qualche anno più di me e allora vedo lui e dico...dai, posso correre ancora qualche anno. Vedo anche Miki (Biasion), è un amico e ci ritroviamo spesso, che anche lui quando può, corre, perché la mentalità è quella. Poi continuerò a fare l'istruttore sia nei rally che in pista. Insomma il mio futuro lo vedo ancora fra le macchine, poi si vedrà...

Si, si vedrà ed i giovani potranno aspettare o meglio ancora, potranno seguire le orme di piloti, "anziani" nell'esperienza, ma con l'entusiasmo da ragazzini. In fondo il mondo dei rally è rappresentata da un'unica lunga  entusiasta generazione. I rally mantengono giovani e per chi li frequenta, non hanno età...