Mezzo Secolo di San Martino (1964 - 2014). L'epopea di un rallye con padri e figli

Appello agli storici: iscrizione gratis entro il 15 agosto. Moderni in lizza per il tricolore Wrc. Dove imperversava il "drago”, oggi si può ancora inseguire quel traguardo che vale un posto tra i grandi della specialità

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Preziosi come reperti archeologici, ma rinnovabili come le energie alternative. Vecchi e nuovi, vicini e lontani, sono ancora "tutti figli del San Martino” i piloti da "rallye” secondo l'indovinato aforisma che dà il titolo a un libro del giornalista Beppe Donazzan. Perché San Martino voleva dire avventura, tenacia, coraggio e determinazione, in una sfida che si faceva di notte tra la bruma dei boschi evitando le buche di sterrati sconnessi come in tempo di guerra. Ma anche adesso, alla luce del giorno e con il fondo catramato, le strade che portano al Manghen, in Val Malene e sulla Gobbera, regalano insidie a ogni tornante mentre sullo sfondo le Pale dolomitiche osservano imperturbabili il carosello delle quattroruote.

Nel 1964 la prima edizione della corsa venne letteralmente inventata da Pietro Bovio e Luigi Stochino, due avvocati innamorati del Primiero e smaniosi di rilanciarlo come approdo turistico, visto che altrove lo sport funzionava da straordinario richiamo sull'arco alpino. Seguirono quattordici edizioni in costante crescita fino a diventare prova della Coppa Fia Conduttori, antesignana del mondiale conduttori. Undici successi targati Lancia (Flavia, Fulvia e Stratos), sei le vittorie del "drago” Sandro Munari, compreso il primo sigillo al fianco di Arnaldo Cavallari. Poi all'improvviso un crac, come quando tristemente cedono porzioni di roccia e vanno giù di botto. Il rallye del '77, complicato di suo da pastoie burocratiche e tifo da stadio, l'ultimo del tempo antico.

"La montagna insegna una cosa fondamentale – ripete Mauro Corona – : raggiunta ogni cima c'è la discesa”. Diciott'anni di silenzio, il tempo esatto per raggiungere una matura età. Nel 1995 il rallye torna a ruggire grazie all'entusiasmo condensato nella scuderia San Martino Corse. Nume tutelare Giorgio Taufer, stratega del percorso Loris Roggia. Una rifondazione autentica che resiste alle tragedie: nel 1997 si schianta Vladimiro Immigrati sulla prova speciale di Valnevèra e scompare a ottobre Stochino per malattia; nel 2003 un incidente al Salento si porta via Roggia.
Seguono altre dieci edizioni con saliscendi dall'Italiano assoluto alla serie cadetta denominata Trofeo asfalto.

E ora la numero 34 valida per il Campionato Italiano Wrc ma aperta agli "storici” con in regalo l'iscrizione.

L'appuntamento fissato al 12 e 13 settembre: San Martino si prepara a riabbracciare i suoi "figli”.

(Comunicato Ufficio Stampa Rallye San Martino)
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Immagine allegate per gentile concessione di Fotosport:

- Rallye San Martino 1977, Giovanni Scarpari

- Rallye San Martino 1995, Renato Travaglia