San Martino di Castrozza. Il Rallye è una dedica a Lia per Betta kung fu Panda

Derapate e controsterzo, San Martino come terapia dell'anima:"Ultimo l'anno scorso, ma è stato importante ricominciare”.

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Te lo dice con candore, per quell'amore scolpito nel cuore: "Nemmeno mi sono accorto di essere arrivato ultimo, pensavo terz'ultimo figurati un po'. Cambiava niente, è stato importante ricominciare. Cercavo una svolta, mi ha convinto Roberto Pellè (amico e navigatore, ndr) a rimettermi il casco. Ho corso in onore di mia moglie e lo farò ancora”. Te lo dice così Armando Betta, impastando le parole alla maniera di quelli di Molina di Fiemme, da dove inizia la Strada Provinciale 31 che sale al Passo Manghen e poi scende a Borgo Valsugana. Lia Bonelli se n'è andata in poco tempo, due anni fa, per una malattia incurabile. Avevano condiviso tante passioni, anche i rally. Assieme nel San Martino 2002 con una Nissan Micra, poi basta fino all'anno scorso, quando Pellè l'ha spronato a rinnovare la licenza e a darsi una smossa. Sfortunati al Palladio con una Peugeot 106 ko per guasto meccanico; ultimi sulla pedana in Sass Maor con una Opel Corsa Gsi, accumulando penalità per troppa foga ai controlli orari, ma decisamente soddisfatti di aver raggiunto il traguardo. "L'emozione del San Martino è unica – sottolinea Betta – per quello che rappresenta in termini di prestigio, storia, ambientazione. La gara di casa è bella a prescindere. Lo sarà anche stavolta, nonostante le difficoltà di percorso che hanno costretto gli organizzatori a rinunciare al Manghen”. Per il momento le loro strade si sono divise, Roberto sarà solo spettatore. Armando alla guida di una Fiat Panda Kit si farà leggere le note dalla giovane Serena Mattivi, già sperimentata con reciproco divertimento allo Schio dove hanno ottenuto un buon piazzamento di Classe A5.

(Comunicato Ufficio Stampa Rallye San Martino
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rmando Betta – Serena Mattivi, Fiat Panda Kit (Rally Day Città di Schio 2016)